Questo articolo è stato tradotto in italiano dal sito SiriaLibano
(di Elias Khury, al Quds. Traduzione dall’arabo di Caterina Pinto). Nonostante la frustrazione, nonostante la confusione politica in cui versa l’opposizione, nonostante l’assenza di coordinamento tra le unità dell’Esercito libero, nonostante la presenza della Jabhat al Nusra. Nonostante gli errori, le falle e le posizioni ambigue. Nonostante il rifiuto del mondo di sostenere il popolo siriano, nonostante il ritardo della risoluzione militare e lo scompiglio politico. Nonostante il fastidio delle dichiarazioni televisive. Nonostante tutto, sono con la rivoluzione siriana.
Speravo che il regime tirannico di Asad cadesse a Daraa, dinnanzi alla sacralità del sacrificio di Hamza al Khatib.
Speravo che i fiori di Ghiyath Matar e le bottiglie d’acqua che distribuiva ai soldati trionfassero e il regime cadesse senza perdite.
Speravo che il grido di Homs e le canzoni di Qashush e le decine di migliaia che hanno occupato le strade con le gole e le mani levate in segno di sfida pacifica bastassero. استمر في القراءة